La riflessione del giovedì

Essere un lettore, in occasione dell’inaugurazione del Salone del Libro di Torino, per certi versi è una condizione da sfigato. Perché a differenza di chi viaggia e vive, si può avere della materia viva su cui basare le proprie scelte. Eppure non si capisce come mai chi non legge, sotto sotto, invidia la nicchia dei lettori anche soltanto per una piccolissima percentuale e nel tentativo di emularla risponde al richiamo del libro all’anno da leggere oppure, naturalmente sbagliando, si mette a regalare libri a Natale chiudendosi l’ultimo giorno disponibile in una libreria e mettendo in maniera leggera mano al portafogli.

Questo che viene adesso vuole essere un appello a tutte le persone prima citate: non abbiate paura di passare da ignoranti, perché voi avete la vostra ricchezza di viventi che un lettore di libri ha certamente in maniera inferiore alla vostra. Non conosce i vostri errori e i vostri rimedi. Non ha visto quello che avete visto voi. Dategliene l’opportunità. E se davvero vorrete sapere qualcosa di più delle innumerevoli vite di un lettore grazie ai suoi libri sappiate fare i bravi allievi, come i lettori lo saranno di voi se anche loro lo vorranno essere.

I lettori infatti, e ci si mette anche chi sta scrivendo questo, devono sapersi aprire e devono scendere da quel piedistallo dove si mettono perché fanno quello che non fa nessuno e hanno un bel modo di parlare. Tante volte come montare un mobile Ikea o riparare un elettrodomestico un romanzo non lo insegna. Mentre invece chi è immerso nella vita quotidiana lo sa fare, e saperlo a propria volta non è qualcosa di meno nel proprio bagaglio culturale. Apritevi lettori, apritevi.

La riflessione del giovedì

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